La celeberrima società informatica di Cupertino, attraverso la China Unicom, distributrice dello smartphone della Apple, ha bloccato l’accesso a 5 programmi relativi al leader spirituale Dalai Lama. Dopo Google e Yahoo, anche l’azienda fondata da Steve Jobs, icona del politically correct americano, ha ceduto alla censura cinese, rimuovendo alcuni software dall’interno dell’App Store orientale. Tra le applicazioni presenti nel portale italiano ma ormai inesistenti su quello cinese vi sono Dalai Lama Gebetsmuhle e Dalai Quotes, le quali propongono all’utente delle celebri citazioni del leader spirituale tibetano, famoso per la sua continua lotta verso la libertà e la pace.
Dalai Lama Paging è invece un’altra della applicazioni rimosse e che si occupa di fornire informazioni sui luoghi dove insegna il capo della scuola Gelupa. Le ultime due applicazioni, Buddhist Dictionary e Nobel Laureates, si limitavano ad alcune citazioni sul Dalai Lama, al quale venivano poi associate diverse altre informazioni.
La censura ha creato non poche critiche, pervenute in particolar modo da Reporter senza Frontiere, la quale ha chiesto all’azienda del Macintosh di rispettare il diritto di informazione e della conoscenza degli utenti cinesi dell’iPhone. Certamente una scelta deludente quella fatta da una società il cui slogan è Think different, ovvero pensa differentemente.
Se la Apple si è giustificata dichiarando di attenersi a quelle che sono le leggi in vigore in quel Paese, diversi esperti hanno giudicato la decisione priva di razionalità e che potrebbe rivelarsi molto deleteria per l’azienda, la quale sicuramente accuserà un duro colpo per il crollo della propria immagine, crollo accellerato dalle critiche di diverse associazioni.