Il rapporto tra internet e la privacy è una questione alquanto complessa, i cui risvolti si presentano in vari casi che si verificano ogni tanto nel mondo. Sono molti gli avvenimenti che toccano da vicino questo argomento. L’ultimo è quello che ha interessato l’Inghilterra, dove, dopo aver rimandato per più di una volta la decisione, si è giunti alla creazione del cosiddetto ContactPoint, un vero e proprio database on line contenente i dati di 11 milioni di minorenni.
Al database potranno avere accesso 390.000 persone tra personale educativo, autorità e assistenti sociali e tutti dovranno essere spinti da una motivazione valida e ragionevole, per ottenere l’autorizzazione all’accesso. Inoltre tutti coloro che avranno la possibilità di venire a conoscenza dei dati personali in questione dovranno sottoporsi ad un corso d’addestramento sulla sicurezza, che garantisce l’uso oculato delle informazioni stesse.
Attraverso il ContactPoint si potranno avere a disposizione in maniera immediata e diretta le informazioni riguardanti molti bambini, per poter intervenire con tempestività negli aspetti della loro vita, che richiedono una maggiore attenzione da parte delle istituzioni soprattutto in campo socio-assistenziale.
Lo scopo delle creazione del database è sicuramente apprezzabile e risponde alle migliori intenzioni. D’altronde un gruppo di bambini considerato particolarmente soggetto alla protezione non avrà dati sensibili visibili a tutti. Il dubbio comunque rimane. Un dubbio che deve spingere a riflettere sui possibili rischi di violazione della riservatezza nei quali si potrebbe incorrere.
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