Un personal computer dotato di connessione ad Internet non è certamente in grado di salvare una vita, ma può sensibilmente aiutare a migliorarla. Di questo sono convinti i soci di Informatici Senza Frontiere, un’associazione onlus nata nel 2005 e che opera nel settore informatico, che fornisce un concreto aiuto a tutti coloro i quali vivano in condizioni disagiate. ISF è stata fondata da ungruppo di manager veneti che hanno voluto mettere insieme le proprie conoscenze con l’obiettivo principale di combattere il digital divide in tutte le sue forme ed in ogni luogo, sia esso presente in un ospedale, in un carcere o in zone terremotate.
L’associazione, nata a Treviso ma attualmente presente in diverse regioni d’Italia, oltre ai soci fondatori può contare su volontari esperti non solo nel campo dell’informatica e della programmazione, ma anche in marketing e comunicazione, che lavorano nel loro tempo libero.
Girolamo Botter, presidente dell’associazione, ha spiegato l’eccellente risultato ottenuto con il software Open Hospital, un sistema informatico in grado di facilitare le operazioni gestionali quotidiane di piccoli ospedali, semplificando ed automatizzando importanti operazioni in alcune zone ancora manuali.
L’attrezzatura tecnica viene acquistata sul luogo, in maniera tale da evitare danneggiamenti durante il trasporto e contribuire allo sviluppo dell’economia locale. Altri progetti hanno interessato carceri, presso i quali sono stati tenuti corsi di informatica, ed in zone disastrate, al fine di evitare l’isolamento tecnologico.
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