Il mondo del file sharing, dopo la chiusura di Megaupload, ha subito una sorta di rivoluzione. Megaupload e Megavideo erano infatti i due leader dei settori della condivisione online e dello streaming video. L’operazione dell’FBI che ha portato alla chiusura dei siti avrebbe dovuto mettere in ginocchio il mondo della pirateria, facendo subire al fenomeno una drastica riduzione, ma è stato davvero così, o il mondo della condivisione e dello streaming si sono semplicemente evoluti?. Vediamo quindi alcuni dati interessanti sul mondo del file sharing nell’era “post Megauload”.
La notizia più rilevante e che più fa riflettere è quella che, il file sharing, lungi dall’aver subito una riduzione, è ancora in pieno sviluppo. Il posto che prima occupavano Megauoload e Megavideo è stato semplicemente preso da altri siti e servizi. Quello che l’industria del copyright potrebbe definire come il giorno più importante nella storia della lotta alla pirateria digitale, si è rivelato piuttosto una bolla di sapone, il fenomeno della pirateria infatti non conosce crisi. I dati forniti da DeepField mettono in evidenza come il traffico verso siti di streaming e file sharing, dopo la chiusura di Megavideo e Megaupload, si sia semplicemente indirizzato verso le tante altre opzioni della rete.
In breve possiamo dire che, il 34% del traffico dello streaming che deteneva Megavideo, è passato in altre mani: Putlocker, RapidShare, MediaFire, Novamov, Divxen… Tutte queste alternative a Megavideo hanno sicuramente beneficiato dalla chiusura del sito di Kim Dotcom. Alcuni pensavano che la chiusura di Megavideo, Megaupload e BT Junkie rappresentasse la fine del file sharing, in realtà i dati mostrano che la tanto amata condivisione di files in rete è ancora in piena salute, nonostante la censura, le major, i governi, l’FBI, la legge SOPA, il PIPA e la legge FAVA.