I giornali sono pieni di articoli che dipingono i videogame alla stregua delle droghe, prodotti dalle menti malate di alcuni programmatori il cui messaggio subliminale è portare un piccolo ingenuo bambino a soffocare nel sonno la sua anziana nonnina. Siamo arrivati fino alla censura (vedi l’ultimo ManHunt) e questa parola, da quando fui messo al rogo dalla Sacra Inquisizione, non mi è più piaciuta. Se lo Stato deve censurare un videogame ci sono due possibilità: o i genitori sono idioti o lo sono i governanti.
Giusto per il gusto di fare il bastian contrario della situazione ho liberamente tradotto uno studio dei ricercatori della londinese Brunel University che sembra capovolgere le carte in tavola descrivendo i videogiochi come una panacea per i pargoli. Sembra infatti che oltre a sviluppare la fantasia dei bambini i videogame, offrendo l’opportunità di competere contro altri giocatori, diano ai più piccoli la possibilità di imparare molti aspetti sconosciuti del sesso opposto, capire meglio le persone disabili e le differenze razziali.
Secondo il Dr Simon Bradford della Brunel`s School of Sport and Education, i giochi multiplayer online danno al bambino gli strumenti per esplorare il mondo, anche in posti dove, per ovvi motivi di sicurezza e per la tenera età, i genitori non potrebbero lasciarli mai soli nel mondo reale. E’ un’evidenza che a causa dei pericoli che pullulano all’interno delle piccole e grandi città l’intrattenimento virtuale è sicuramente più sicuro e attraente rispetto al traffico delle ore di punta. Quindi, non solo i bambini riescono a vivere le diverse esperienze del mondo grazie al filtro dei videogame, ma questi ultimi permettono ai più piccoli di esprimere liberamente la loro creatività soffocata all’interno dei megacondomini di cemento armato. Anche il bambino più povero che non può permettersi il classico vacanzone estivo da raccontare agli amichetti può fare un economico viaggio 3D in un posto esotico e raccontarlo altrettanto bene (e a volte meglio) di chi veramente ci è stato.
Sì lo so, il sole, il mare gli amici veri con cui correre e giocare sono decisamente preferibili. Ma cari genitori, non ci nascondiamo dietro un dito: avete costruito città ovunque, deforestato, inquinato, ucciso, rubato e ora vi scandalizzate se il bimbo trova più interessante il mondo virtuale? Siete fortunati se accoltella zombie nello schermo e non esseri (spesso meno) umani a zonzo per la casa. Io una proposta ce l’avrei: per ogni polemica che si fa su Internet, sul mondo virtuale, sugli incontri online, sulla gente che passa troppo tempo davanti al pc, che si pianti un albero e si abbatta una fabbrica, che si chiuda un centro commerciale e si apra un parco giochi, che si dia la parola ad uno stupido e si faccia tacere un politico. Anzi no, per ogni polemica datevi solo un ceffone ben assestato sulla guancia: mi rendo conto che far tacere un politico è davvero chiedere troppo.. 😉
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