Sergey Brin, che insieme a Larry Page è stato il fondatore di Google, ha raccontato della sua esperienza di emigrazione dall’Unione Sovietica. Durante una recente intervista ha paragonato la Cina alla vecchia URSS ed ha pesantemente criticato Microsoft di voler approfittare di questa situazione per proporre in alternativa il proprio Bing poiché, in questo modo, la censura orientale, che tanto ricorda il totalitarismo sovietico non avrà mai fine. La libertà di informazione deve essere garantita in ogni paese del mondo, ed invoca l’intervento della Casa Bianca.
Sebbene il governo di Pechino abbia fatto notevoli progressi nella lotta alla povertà, a causa di questa sua continua volontà di censurare innumerevoli informazioni si dimostra indegno tanto quanto il regime sovietico. Numerosi infatti di utenti che, a causa di quanto scritto sul proprio blog, sono stati condannati dal governo cinese per le proprie posizioni contro la censura.
Al quotidiano britannico The Guardian, uno dei fondatori del celeberrimo motore di ricerca ha dichiarato che l’attenzione dei diritti umani da parte dell’amministrazione dovrebbe essere nettamente superiore a quella per le questioni commerciali. Pertanto sarebbe opportuno considerare la limitazione delle libertà fondamentali esattamente come barriere commerciali.
Alle dichiarazioni di Eric Schmidt, il Chief Executive Officer di Google, che si è detto intenzionato a rimanere in Cina per premere dall’interno, Brin appare convinto del contrario, e consiglia vivamente alla società di abbandonare definitivamente la Cina.