Un motore di ricerca destinato prevalentemente al popolo islamico ed attraverso il quale informare gli utenti sui contenuti giudicati a rischio.
Si chiama ImHalal, ovvero sono islamicamente corretto, il nuovo search engine che si prefigge l’obiettivo di diventare il motore di ricerca preferito da tutti i musulmani che ogni giorno navigano in Internet. L’ideatore è Reza Sardeha, un ventenne irano-kuwaitiano che studia Business Managment in Olanda.
Quando la schermata tocca temi sensibili, ovvero contenuti “haram” e cioè proibiti, un’apposita schermata avverte i navigatori dei rischi, classificandoli in una scala che va da 1 a 3, in cui bikini è classificato come haram 1 e Satanic Verses ottiene invece il massimo punteggio.
Quindici sono le lingue attraverso le quali è possibile effettuare le ricerche, tra queste però è attualmente escluso l’italiano. Il sito è in continua evoluzione, spiega Sardeha, e molto spesso le modifiche arrivano successivamente ai feedback ricevuti dagli utenti o da alcuni imam con i quali il ragazzo è in contatto.
Alla domanda su una probabile censura, il giovane manager risponde che gli unici risultati filtrati sono inerenti a contenuti per adulti, mentre sono liberi da ogni controllo contenuti politici ed artistici. Bloccata però la ricerca sulle vignette di Maometto che, secondo quanto spiegato, sono solo un insulto religioso.