Per un grossolano errore di distrazione, un impiegato di una banca statunitense ha inviato, ad un indirizzo email, dati confidenziali sui clienti.
Una famosa banca, con sede nello stato del Wyoming, ha richiesto a Google l’identità dell’utente che erroneamente ha ricevuto l’email, al fine di contattarlo per preservare le delicate informazioni erroneamente inviategli. Il colosso di Mountain View ha però rifiutato la collaborazione.
La Rocky Mountain Bank ha quindi citato il colosso dei motori di ricerca in tribunale e dovrà quindi essere un giudice federale della California a stabilire la giusta sentenza. In particolare sarebbe utile conoscere informazioni circa lo stato di attivazione dell’account.
Il BigG ha risposto alla banca l’impossibilita, per via delle proprie norme inerenti la privacy, di fornire a terzi l’identità dell’utente proprietario dell’indirizzo GMail, senza un’autorizzazione specifica. Un’eventuale imposizione dell’autorità giudiziaria sarebbe utile, così la banca ha deciso per l’azione legale.
La banca aveva anche inizialmente chiesto la riservatezza della notizia, al fine di evitare il panico tra i propri clienti. Il giudice, tuttavia, non ha trovato alcuna motivazione sufficiente a richiedere la segretezza delle informazioni. Sembrerebbe che il giudice abbia intimato la disattivazione dell’account del povero netizen.