Ancora fortemente incrinati i rapporti tra la società informatica statunitense di Mountain View e la Repubblica Popolare Cinese in seguito all’accusa da parte di Google della complicità del governo agli attacchi hacker subiti da alcuni utenti orientali del servizio GMail. Tale ipotesi è stata rafforzata da una recente pubblicazione del famoso quotidiano statunitense New York Times è stato dimostrato come all’origine dei numerosi attacchi informatici contro la posta elettronica degli attivisti per i diritti umani sarebbero coinvolti due istituti accademici cinesi.
Secondo quanto rivelato da una fonte anonima Google avrebbe preso la decisione di non presentare a Pechino il suo nuovo Nexus One, che invece verrà presentato ad Hong Kong ed a Taiwan al fine di mostrarlo agli sviluppatori di quei paesi. Stessa sorte potrebbe subire il sistema operativo realizzato appositamente per dispositivi mobili come Google Android, che quindi non approderebbe in Cina.
Tale decisione si dimostra molto limitativa anche per i produttori di cellulari che si vedrebbero esclusi dalla possibilità di presentare o produrre terminali con queste caratteristiche creando un notevole problema di carattere finanziario per l’intero Paese. Google, come Hillary Clinton e gli Stati Uniti hanno duramente attaccato il governo di Pechino e la loro censura.
Sarà quindi difficile per i due soggetti arrivare ad una soluzione in breve tempo, soprattutto considerando che nessuno dei due intende cedere sulla propria posizione. Secondo gli esperti questa situazione di stallo è destinata a continuare ad oltranza.
