Era prevista per oggi la nuova seduta del processo che vede l’associazione ViviDown Onlus contro il colosso di Mountain View che deve rispondere dei reati di diffamazione e violazione della privacy.
Il motore di ricerca è stato accusato in seguito ad un video, caricato da un utente nel 2006 sulla piattaforma multimediale Google Video, che riprendeva un’azione di bullismo, effettuata da più compagnii, ai danni di un ragazzo affetto dalla Sindrome di Down.
Il processo, celebrato con rito abbreviato, ha però subito uno slittamento dovuto alla mancanza, causa malore, dell’interprete che avrebbe dovuto tradurre la testimonianza di uno dei responsabili dell’azienda californiana.
Sebbene la vicenda abbia destato forti perplessità tra i presenti, sembra non sia stato possibile trovare un sostituto in così breve tempo, per cui è stato deciso dal giudice Oscar Magi, di rinviare il dibattimento al prossimo 29 settembre sempre con sede a Milano ed a porte chiuse.
Il processo ha un’enorme rilevanza a livello mondiale, poichè verrà stabilita il grado di responsabilità di chi ospita contenuti sul web e se quindi nella rete deve prevalere il concetto di libertà o responsabilità. Nonostante tutto è stata però accolta la richiesta della difesa di poter celebrare il processo senza intrusioni esterne.
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