Il colosso di Mountain View ha finalmente risolto il problema di indicizzazione che visualizzava come primo risultato della ricerca Vaticano il sito pedofilo.com. Gli sviluppatori Google hanno dichiarato che non si è trattato di un’operazione condotta da alcun hacker e che ad essere colpita non è stata soltanto la versione italiana. La società del motore di ricerca è intervenuto tempestivamente ma sono state necessarie quasi 24 ore prima di trovare la chiave di volta del problema. Inizialmente si era pensato ad un attacco di una qualche organizzazione.
Il dominio incriminato risulta essere stato registrato da un messicano che gestisce la società informatica Guionbajo nel Nuevo Leon ma, a differenza di quanto si possa pensare, si tratta di un sito Internet di informazione religiosa ma di dominio intenzionalmente fuorviante. Secondo gli sviluppatori di Google il webmaster avrebbe intenzionalmente utilizzato le proprie conoscenze sull’algoritmo utilizzato dal search engine per apparire prima nelle ricerche.
Il trucco utilizzato per promuovere il proprio sito web in cima alla classifica potrebbe essere quello del Googlebombing, uno stratagemma che sfrutta l’algoritmo di Google per attribuire importanza alle pagine in rapporto a quanti link si trovano all’interno di altri siti Internet.
L’azienda aveva in passato dichiarato di aver eliminato la possibilità di effettuare attacchi di questo tipo, ma è possibile che ci si trovi di fronte ad una nuova tecnica per ottenere il medesimo risultato.