Google brevetta un sistema per i pagamenti via SMS

Gpay screenshot
L’interfaccia del nuovo servizio, disegnata a china per l’ufficio brevetti americano.

In paesi come l’Estonia e la Finlandia è già possibile pagare cose come i biglietti degli autobus o i parcheggi usando gli SMS, i messaggini dei nostri cellulari insomma. Probabilmente ha aiutato il fatto che si tratti di piccoli paesi che abbracciano la modernità con gioia, senza spese o complicazioni eccessive… Potremmo continuare ad attendere la nascita di un simile atteggiamento nei nostri Comuni e nelle nostre Regioni finchè il sole non diventa una supernova, e rimanere delusi. Fortunatamente, dove il nostro stato non può o non vuole andare, c’è sempre Google! Anzi, Mountain View vede ancora più lontano: ha infatti brevettato un sistema di pagamento generico tramite messaggini, che potrà funzionare per distributori automatici, negozi e persino tra privati.
Mentre si avvicina il lancio del fantomatico Gphone, è ovvio che la corporation padrona del più grosso motore di ricerca del mondo cerchi nuove strade per sfruttare fino all’ultima goccia questo nuovo mercato, e con mezzi imponenti come quelli di Mountain View si ha la libertà di pensare in grande. Questo metodo di pagamento viene discusso in modo alquanto astratto nella richiesta di brevetto:

“il pagamento può essere inviato tramite la semplice composizione di un messaggio che includa le informazioni identificative del pagato [suppongo una specie di numero di conto, NdRammit] e l’ammontare del pagamento. […] Gli utenti [di telefonia mobile] potranno fare micropagamenti senza la necessità di altri sistemi informatici di supporto. I pagamenti da persona a persona potranno essere aiutati, in modo da permettere transazioni elettroniche al posto di transazione in denaro fisico.”

Chiaramente un metodo del genere è intrinsecamente più sicuro dei pagamenti “cash”, perchè si può sempre tracciarne recipiente e ricevente. Chiunque abbia avuto una disavventura su eBay e sia stato salvato da Paypal sa bene che si tratta di una sicurezza in più. In definitiva sarebbe un po’ come trasformare il proprio cellulare in una Poste Pay e relativo Bancomat. Può funzionare? Beh, siccome è collegato a Google Checkout, e Google Checkout non è accettato ovunque e non arriva neanche vicino a scalfire il regno di Paypal, direi che lo attende una lunga battaglia in salita…

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