Google: basta censura in Cina

Google Cina e censura
L’importante società di Mountain View avrebbe preso la decisione di abbandonare la Cina. Il clamoroso annuncio è la naturale conseguenza di una tensione sempre più palpabile tra il leader dei motori di ricerca ed il regime di Pechino in guerra contro i fondamentali diritti civili. Dopo aver imposto a Google la rimozione di informazioni non gradite al governo, il search engine è stato coinvolto in una serie di attacchi informatici, sempre più frequenti, eseguiti da hacker sospettati di essere al servizio della censura di Stato. Nell’ultimo grave attacco, sono state violate numerose caselle di posta elettronica appartenenti non solo a grandi imprese occidentali, ma anche ad alcuni attivisti per i diritti umani.

I dirigenti del rinomato motore di ricerca, scoperto l’attacco, hanno subito avviato delle indagini sul numero degli account GMail coinvolti, accusando successivamente il governo cinese di essere il mandante di questa violazione. E’ stata così presa la decisione di non filtrare più alcun tipo di informazione.
 
Cessa quindi definitivamente la collaborazione con la Repubblica Popolare Cinese, operazione che potrebbe spingere il governo a bloccare l’accesso oscurando il sito Internet come avvenuto in precedenza con Wikipedia, contraria ad accettare ogni tipologia di censura dei propri contenuti.
 
Tra le richieste del ministero dell’informazione mandarino vi è l’eliminazione di ogni tipo di collegamento a siti che difendano i diritti del Tibet e dello Xinjiang. Se finora Google aveva installato dei software per cancellare ogni argomento considerato tabù dal governo, oggi sarà possibile accedere a numerose informazioni finalmente libere.

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