Google: attacco hacker da scuole ed università

Google contro la Cina
Il mese scorso la rinomata società di Mountain View aveva deciso di annullare il proprio impegno verso la censura tanto voluta dal governo di Pechino, rimuovendo così tutti i filtri sui risultati di ricerca e sulle immagini. Tale decisione è stata presa in seguito ad un attacco hacker, subìto sui server che gestiscono il servizio GMail, indirizzato esclusivamente sugli indirizzi di posta elettronica di utenti dissidenti al regime mandarino. Considerando le vittime, l’azienda leader dei motori di ricerca ha considerato il consiglio dei ministri cinese come diretto responsabile dell’accaduto.

Secondo quanto pubblicato recentemente dal famoso quotidiano statunitense New York Times, all’origine dei numerosi attacchi informatici contro gli attivisti per i diritti umani sarebbero coinvolti due istituti accademici cinesi, dichiarazione questa che rafforza i dubbi del BigG.
 
Quanto accaduto ha inoltre incrinato i rapporti tra Washington e Pechino, soprattutto in seguito alle dichiarazioni rilasciate pubblicamente dal Segretario di Stato americano Hillary Clinton che condannano senza possibilità di appello ogni forma di censura in Internet.
 
L’attacco sembrerebbe essere iniziato molti mesi prima e le indagini della National Security Agency hanno inizialmente portato ad alcuni server di Taiwan, e poi alla Jiaotong University di Shanghai e ad un istituto professionale di Lanxiang, quest’ultimo finanziato dalle forze armate.
 
Le ipotesi più probabili, sostenute da esperti analisti, è che gli istituti siano stati utilizzati dal governo cinese come base per gli attacchi informatici. Secondo il governo invece, tali istituti potrebbero essere stati utilizzati da paesi terzi con lo scopo di creare una tenzione tra due delle maggiori potenze mondiali.

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