Gli imprenditori decidono che dopo tutto Second Life fa abbastanza schifo

Furry Second Life
I “Furries” sono una vasta fetta del popolo di Second Life. E se ne fregano dei settori commerciali.

Sulla carta i numeri sono impressionanti. 8.000.000 di utenti registrati, e tutti navigati amanti della tecnologia. Libertà assoluta. Spazio pubblicitario a poco prezzo. Invece è tutto un inganno… O meglio, un errore concettuale: i veri utenti di Second Life sono presenti al massimo in 40.000 alla volta, e sono tutti appartenenti alla frangia casinista di navigatori, quelli che non fanno parte della maggioranza silenziosa, ma che anzi fanno sentire sempre la loro voce (talvolta anche troppo). Sono perennemente furiosi, sfrenati e contrari alla commercializzazione in ogni sua forma e genere.
Il quotidiano LA Times ha intervistato un imprenditore che sta abbandonando Second Life. Secondo l’uomo d’affari, CEO di una catena di alberghi, l’unica cosa che interessa all’utenza del vasto mondo virtuale sono le attività un po’ “risquée”: gioco d’azzardo e roleplay. Forse sarà la vasta percentuale di amanti del Furry che lo popolano… ma in realtà Second Life non è un posto particolarmente perverso, secondo gli standard di Internet. Secondo me si tratta di una scusa, per evitare di dire la verità: le isole comprate dalle aziende, grandi e piccole che siano, languiscono e sono deserte. La realtà è che non vi è alcun contatto fra le corporation e gli utenti, che preferiscono spendere i loro soldi virtuali, e il loro tempo libero, lontano dalla pubblicità e da un tipo di commercio che ricorda troppo quello della vita che si sono lasciati alle spalle. Va puntualizzato che Second Life genera molta attenzione e se ne è parlato spesso ovunque, ma non è affatto la comunità simile più grande del mondo. E’ superata di gran lunga da Gaia Online e da altri mondi virtuali per teenager, e oggi subisce anche l’assalto di (semi)nuovi concorrenti come Entropia Universe, che aggiungono delle vere componenti videoludiche all’esperienza di vita virtuale.
Insomma, se Second Life è mai stata un’opportunità commerciale, è andata decisamente sprecata. Ma sono sicuro che le corporation ora andranno a riprovarci coi suoi concorrenti e discendenti. Di lasciare in pace i navigatori non se ne parla neanche: dovunque andremo, la pubblicità ci verrà dietro.

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