A tre mesi dallo sconvolgente annuncio della messa in rete volontaria del loro ultimo album, i Radiohead hanno deciso di chiudere l’esperimento questo lunedì. Forse sarebbe il caso di dire “abortirlo”, vista la totale mancanza di segnali precursori di questa inaspettata svolta!
Era chiaro che non tutti gli esponenti dell’ambiente discografico erano felici di questa rivoluzionaria scelta del gruppo (leggi: “non tutti” come “nessuno”), e anche alcuni del loro colleghi hanno espresso forti perplessità.
Un esempio tipico è stato Nicky Wire dei Manic Street Preachers, che ha sostenuto in un’intervista della scorsa settimana che l’offerta dei Radiohead “priva la musica del suo valore”.
Certamente ci deve essere qualcosa di non detto alle spalle di questo subitaneo cambio di rotta. Nessuno tranne la band e gli amministratori sa esattamente quanto sia stato guadagnato con il metodo dell’”offerta libera”, ma certe fonti sostengono che solo il 62% dei navigatori si è degnato di pagare per scaricare. Ora che il drappo funebre è stato calato sul progetto, In Rainbows sarà offerto attraverso i canali tradizionali, ma solo a partire dal 31 dicembre. Pare addirittura che il gruppo sia in trattative con iTunes, nonostante i forti dubbi artistici espressi in precedenza sui metodi del servizi firmato Apple.
Viva la coerenza :D.
L’unico commento ufficiale che abbiamo è precedente al fattaccio, e risale a sabato: Chris Ufford, manager della band, ha descritto il lancio di quest’ultimo album come un caso unico: “Era la soluzione ad una serie di problemi concreti. Non penso che ci possa essere alcuna speranza che funzioni una seconda volta.”
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