Le recenti dichiarazioni di Mark Zuckerberg sul fatto che la privacy per le nuove generazioni non rappresenta un valore, sono state completamente smentite da numerosi esperti sul diritto alla protezione dei dati personali. Il Professor James Grimmelmann, durante una conferenza stampa organizzata a New York, ha infatti spiegato come è un’abitudine ormai consolidata quella di eliminare tag da alcune fotografie, scattate magari durante una festa, al fine di nascondere particolari compromettenti. Sono i giovani a scegliere cosa condividere.
Secondo Lisa Sotto, socio dello studio legale Hunton and Williams, il problema è che in America il concetto stesso della privacy è diverso che in Europa. Basti infatti pensare che nei contratti non viene minimamente chiesto l’autorizzazione al trattamento dei dati personali, ma bensì è l’utente che deve specificare se non vuole la diffusione di tali informazioni.
Susan Crawford, docente di Legge in Michigan ed ex assistente di Barack Obama per le politiche tecnologiche, ha spiegato che il problema della privacy gode di forte attenzione con la nuova amministrazione che ha chiesto maggiore rigore alla Federal Trade Commission. Tuttavia la privacy non deve mai venire in contrasto con la libertà di espressione e quella di stampa.
Stabilire quindi un confine della privacy su una piattaforma come Facebook, dove la condivisione è l’elemento portante è molto complicato ma gli utenti che utilizzano i social network sono consapevoli e pertanto dovranno imparare a fare più attenzione alle informazioni diffuse.