Finalmente è chiaro cosa farà Facebook con i dati di 150 milioni di utenti, o meglio, con la loro attenzione: li userà come focus group per le aziende.
A quanto pare la prossima strategia commerciale del gigantesco social network (un nuovo tentativo di diventare una grossa piattaforma pubblicitaria dopo il monumentale fiasco di Beacon) è di sottoporre ad ogni nuovo log in dei cosiddetti “Engagement Ads”. In poche parole, il sito vi chiede di interagire con essi, e se lo fate la vostra azione verrà condivisa con i vostri contatti. Tramite essi, poi, le compagnie potranno porre delle domande dirette ad alcuni utenti selezionati, ottenendo così un feedback in tempo reale tramite Facebook.
Come reagiranno gli utenti di fronte ad un tale tentativo di forzare la loro attenzione sulla pubblicità? Mark Zuckerberg e il suo direttivo sembrano piuttosto seri nel portare a termine questo nuovo piano per trasformare Facebook in una pentola d’oro, e a Davos il giovane CEO si è affrettato a chiarire che il social network non è più solo un giocattolo per liceali e studenti universitari che non vedono più in là della loro stanza, ma è anche un nuovo mezzo di comunicazione usato senza esitazione da un numero enorme di adulti, un mercato complesso e intelligente da sfruttare.
Il mio parere è che questo genere di tattica è davvero giocare con il fuoco: gli utenti di ogni età amano Facebook, questo è poco ma sicuro, ma l’hanno comunque sempre guardato con sospetto pur usandolo. Questi strani mezzi di monetizzazione saranno invariabilmente visti come allarmanti e indesiderabili.
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