Sono ormai numerosissimi i gruppi nati su Facebook dopo la scoparsa di Yara Gambirasio, una ragazzina di 13 anni scomparsa da Brembate Sopra, in provincia di Bergamo, dopo essere uscita dalla palestra. Adesso il cerchi sembrerebbe stringersi intorno ad un marocchino fermato proprio a bordo di una nave che lo avrebbe condotto in Africa e che, secondo le intercettazioni, avrebbe ammesso la morte della piccola. La notizia ha scatenato i commenti sulla piattaforma di Mark Zuckerberg, dove a quelli di preghiera fanno eco quelli rabbiosi ed indignati.
Sul social network appaiono messaggi del tipo Lasciatecelo in piazza a Brembate, Ci vorrebbe la legge del taglione, o ancora Noi non abbiam mai cercato niente loro vengono qui a rubarci il lavoro e violentarci le donne. Questi sono alcuni dei messaggi che inneggiano a linciaggi e pene di morte ai quali seguono anche commenti razzisti e xenofobi.
Tuttavia c’è anche chi invita a non generalizzare, che anche tra gli italiani c’è gente senza scrupoli come per quanto accaduto alla piccola Sarah Scazzi. Contro queste forme di accanimento degne di Adolf Hitler si leggono commenti come Basta qualunquismi, Guardatevi le statistiche sugli omicidi o Comprendiamo l’indignazione e lo sdegno di tantissimi, ma non accetteremo mai commenti inneggianti alla violenza ed al razzismo, quest’ultimo scritto dagli amministratori dei gruppi.
Quando si leggono queste notizie è chiaro che un senso di rabbia pervade ognuno di noi. Il desiderio più forte è quello di prendere quell’uomo ed ucciderlo, ma poi quale sarebbe la differenza tra noi e lui? Sebbene diverse le motivazioni sarebbe uguale il gesto ed anche noi diventeremo assassini.