Facebook sfida Google: il “Secondo Internet”?

muro berlino
Probabilmente molti di voi non si saranno soffermati sul problema. E’ facile sottovalutare Facebook, anzi, vi dirò: ho letto tonnellate di articoli su web ma anche sul Corsera che ne decretavano la morte imminente per ogni ragione immaginabile. C’è chi dice che è una perdita di tempo, chi che è troppo stupido, chi ne parla come di un pericolo per la privacy… E se invece diventasse il vero rivale di Google? 

Oggi sono usciti due articoli molto interessanti, a distanza di poche ore uno dall’altro, e probabilmente senza alcun rapporto di causa-effetto. Uno, su Copyblogger, preannuncia (l’ennesima) morte del SEO, per mano di Facebook, e non senza tradire un certo compiacimento. L’altro, su Wired, dettaglia la profonda, apparentemente insanabile rivalità tra il motore di ricerca più grande del mondo e il social network dalla crescita più inarrestabile della storia (dopo tutto è la prima volta che potete trovare su Internet anche vostra nonna, vero?).
 
Entrambi i pezzi alla fine dettagliavano ambiti diversi della stessa innegabile realtà, che potremmo anche riassumere in tre punti:

  • Facebook è enorme.
  • Facebook contiene i dati utente più preziosi della storia del web marketing.
  • Facebook trattiene questi dati oltre un muro che Google non può sorpassare.

Tutto ruota attorno alla privacy
Tutti coloro che denunciano il pericolo alla privacy rappresentato da Facebook sembrano sempre fingere di dimenticare le caratteristiche che ne hanno decretato il successo: il network cerca di mantenere l’ambiente “reale”, con nomi veri, dati veri, che possono essere visti solo dagli amici e che gli utenti inseriscono di loro spontanea volontà. Non sto elevando un peana a Facebook, per carità. Conosco bene come voi i difetti di tale visione. E so anche che è proprio questa visione, talvolta illusoria e decisamente imperfetta il fulcro del successo di Facebook: uno si iscrive al network proprio per l’intimità, per la possibilità di parlare con i propri amici, esprimere il proprio parere ed i propri gusti senza che nessun altro possa metterci il naso. Per starsene in pace in una sorta di “Secondo Internet”, un giardino segreto che ha pochissime vie di accesso molto controllate.
 
Facebook ucciderà il SEO?
Non ci vuole poi una gran capacità di percezione per notare che questo genere di trattamento dei dati è l’esatto opposto di quello di Google, che risucchia informazioni in modo continuo, impersonale ed automatico, come una balena che filtra il mare con i fanoni. Ed è per questo che le persone inseriscono su Facebook informazioni che su un altro sito non metterebbero mai, ed è per questo che Google vorrebbe disperatamente mettere mano su esse.
 
E non è il solo: basti pensare che qualsiasi link postato su Facebook sparisce nel nulla, e diventa come acqua fresca per il PageRank del sito collegato. Ma dubito che Facebook verrà per questo ignorato da un webmaster, blogger o ufficio commerciale di un network di nanopublishing: ci sono decine e decine di siti di successo che raggranellano molti più visitatori da Facebook che da Google. E si tratta di visitatori appassionati, interessati, di qualità, non gente che clicca a caso i primi risultati della lista di un motore di ricerca. Infatti, nessun posizionamento è necessario su Facebook: l’unica cosa che attrae i visitatori dal social network è generare contenuti di qualità, diffusi tramite un gruppo o una rete di amici creata e mantenuta con passione.
 
Chi si oppone a chi?
In definitiva, Facebook e Google possono essere descritti come “in rotta di collisione”, anche senza prendere in considerazione Twitter che dei tre è il più piccolo, ma certamente l’unico ad essere acclamato come un nuovo media e ad avere recentemente ricoperto il ruolo di voce di un popolo intero. Se poi andiamo a pensare a Google Wave, a Facebook Connect, ai profili con le URL personalizzate e al vociferato “tasto pubblica per tutti”, scopriremo che la faccenda è molto più complicata di quanto delineata da Wired, Copyblogger o qui, e che forse non è così facile fare affermazioni tanto generiche.
 
L’ultima considerazione finale riguarda il possibile inizio di di un nuovo ciclo: se e quando Facebook inaugurerà un motore di ricerca interno dei post, allora sì che ne vedremo delle belle!
 
Immagine CC (è il muro di Berlino negli anni settanta) di Fauxaddres – Edward.

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