Nonostante i tristi casi che hanno visto negli scorsi mesi licenziare degli impiegati solo perché stavano troppo tempo su Facebook o si lamentavano delle proprie condizioni di lavoro sul social network più di moda in questo periodo, uno studio svolto dall’Università australiana di Melbourne potrebbe far cambiare idea ai datori di lavoro che sono contro il portale.
La ricerca, che comunque ha interessato anche diversi altri portali di social networking come Twitter e MySpace, utilizzati da persone di qualsiasi età e ormai facenti parte, per tanta gente, delle semplici azioni di vita quotidiana, ha dimostrato che svagarsi aiuta a rendere di più nelle attività lavorative.
Se il tempo passato online su questi siti non è eccessivamente elevato, infatti, potrebbe costituire un vero e proprio svago che aiuterebbe a distendersi e a lavorare successivamente molto meglio e più rilassati, con un aumento della produttività, secondo i ricercatori, addirittura del 9%.
Brent Coker, che ha guidato il team di studio, ha infatti affermato, a sostegno dei risultati:
“Le aziende spendono milioni in software per impedire ai loro dipendenti di guardare video, usare siti di social networking o di shopping online col pretesto che causi una perdita di milioni in termini di produttività. Non è sempre così”.