Oggi vi parlo nelle vesti di cliente Bancoposta. Ormai ho smesso di contare i tentativi di phishing che ho ricevuto in questi giorni nella mia mailbox da mittenti che si spacciavano per le Poste Italiane e che mi invitavano a inserire i miei dati per i più svariati motivi.
Di seguito un esempio.
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Come storico del phishing targato poste.it devo riconoscere una sempre maggiore cura nella messa a punto delle email fake: non ci sono più errori di ortografia e sintassi, il messaggio è realistico, ci sono tutti i loghi e i colori istituzionali. Insomma l’esca è davvero allettante..
Secondo le statistiche l’87% del phishing italiano è ai danni dei clienti Bancoposta e Poste.it si pone in assoluto al primo posto tra i siti presi di mira dai pirati informatici specializzati in questo tipo di frode (al secondo posto c’è BancaIntesa).
Il sottoscritto, ma soprattutto le Poste Italiane, cominciano ad essere un po’ stufi di un fenomeno che, sebbene conosciuto e non recentissimo, oltre a mietere ancora diverse vittime, comincia a diventare davvero seccante e per frequenza simile allo spam.
Si corre ai ripari (anzi all’attacco), dunque, e l’azienda guidata da Massimo Sarmi si lancia in un progetto che vede impegnati Poste Italiane, Postecom e IMQ, istituto leader nelle certificazioni di Sistemi di Qualità e Sicurezza. L’accordo, tra i primi in Italia per dimensioni e per il rilievo del sistema oggetto di certificazione, prevede che Postecom e IMQ forniscano a Poste Italiane le attività e i servizi di assistenza in materia di sicurezza informatica.
All’interno del sito Poste.it è inoltre possibile accedere a degli utili consigli e ad un’ottima videoguida per evitare di cadere in una delle succitate email fraudolente.
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