Il web è ormai completamente sommerso da blogs di ogni tipo, da software sviluppati e gestiti senza troppe pretese, al fine di scrivere pareri personali sulle vicende che impazzano per il mondo, a blog tematici come dovrebbe essere il nostro trackback che tratta d’informatica e dintorni. 🙂
Con l’avvento di questo nuovo modo di intendere Internet, più propenso a plasmarsi ad immagine e somiglianza dell’utente, le notizie che affollano i diari elettronici di mezzo mondo rappresentano una fonte illimitata di informazioni più o meno attendibili.
Molte volte questi spazi virtuali diventano terreno fertile per accese discussioni che in qualche modo possono facilmente sfociare nella diffamazione di qualche individuo, cosa che può essere in grado di intaccare la sua reputazione.
Di per se una cosa poco gradita all’oggetto delle discussioni, ma diventa ancor meno gradita se magari dopo aver inserito nome e cognome della persona su Google (perchè si vuol fare una ricerca), tra i primi risultati non appare il suo sito ufficiale, bensì le discussioni che infagano l’individuo in questione 🙂
Proprio oggi però, è apparso sul Washington post in prima pagina, un servizio che potrebbe mettere fine a questo tipo di problemi.
L’articolo descrive la nascita di un nuovo lavoro, il Reputation Defender, il difensore di reputazioni. Via web.
La nuova figura corrisponde in sostanza all’ “online identity manger“, ovvero quello di addetto alle pubbliche relazioni che tra le varie mansioni è anche in grado di “ritoccare” sul motore di ricerca più utilizzato della rete (Google) il profilo del suo cliente, in modo che tra i primissimi risultati non escano descrizioni scomode sul suo conto.
Ovviamente tutto ciò che è poco gradito non può essere cancellato bensì confinato in qualche pagina dopo, in modo tale che assuma un’importanza marginale, ma soprattutto che venga “nascosta” agli occhi dell’utente. Geniale no? 🙂
Tra le più importanti società c’è quella la International Reputation Management di Washington, di Nico Kader e Michael Fertik.
”La verità – ha detto Michael Ferrtik, fondatore di Reputation Defender – è che il business di Google si fonda sul fornire ciò che di rilevante si dice su un individuo” .
A metterlo in ordine – sul web – ci pensa lui. 🙂
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