Negli scorsi anni, uno spyware prodotto dall’FBI ha avuto una grande importanza per quanto riguarda le indagini in casi di estorsione, minaccie terroristiche e attacchi da parte di hacker.
Questa applicazione, denominata CIPAV (“computer and internet protocol address verifier”) è stata programmata per infiltrarsi nel computer di un sospettato, raccogliere un buon numero di informazioni e mandare tutto a un server dell’FBI posizionato in Virginia.
Il fatto che venisse utilizzato un simile sistema era già emerso nel 2007 ma solo nelle scorse settimane è stato reso noto il fatto che l’FBI abbia avuto le autorizzazioni necessarie per poterlo utilizzare in un più vasto raggio di casi. Ciò che però hanno fatto notare i legali del Dipartimento di Giustizia è che l’estrema popolarità di questo programma, e il suo conseguente abuso potrebbero portare a difficoltà legali per quanto riguarda le possibili contestazioni sul diritto alla privacy.
Grazie ai documenti che sono stati resi noti grazie al Freedom of Information Act si è riusciti a capire alcuni dettagli sul funzionamento del programma. Esso viene caricato su un sito e si tenta di indurre il sospettato a scaricare inconsapevolmente il CIPAV cliccando su un determinato bottone. Questa applicazione registra vari dati fra cui l’indirizzo IP, l’indirizzo MAC, il sistema operativo utilizzato, una lista dei programmi aperti e gli URL visitati. Solitamente risulta essere molto utile per spiare tutti quegli utenti che utilizzano dei server proxy per nascondere le proprie tracce.