Sembrerebbe che l’Internet Service Provider americano facente capo a Time Warner sia stato ufficialmente accusato di intralciare tutte le operazioni a protezione del diritto d’autore. L’associazione US Copyright Group, ha infatti sottolineato come l’ISP abbia imposto ostacoli insormontabili nell’identificazione degli utenti solitamente implicati nelle numerose attività illecite che avvengono via peer to peer. Tale accusa è stata lanciata in seguito al tentativo di voler denunciare 50.000 utenti bittorrent per la condivisione del film The Hurt Locker.
Poichè il funzionamento di circuiti come quelli utilizzati da uTorrent ed eMule si basano sull’apporto di tutti gli host collegati, secondo l’associazione anche un utente in possesso di piccole parti o esclusivamente del file torrent deve essere perseguito legalmente. I dati relativi agli utenti non sono però stati forniti dal provider che si è opposto fermamente alle richieste.
L’operatore si è dichiarato disponibile a fornire informazioni inerenti i nominativi degl utenti, ma ha inoltre imposto alcune restrizioni che obbligano l’associazione al pagamento di 33 dollari ad ogni richiesta superiore ai 28 IP mensili. Ciò ha innescato una dua reazione daparte dell’associazione che sarebbe costretta ad investire un capitale enorme per risalire agli utenti che commettono illeciti.
Attraverso tale operazione, il noto provider ha dimostrato la massma volontà nel mantenere alta la riservatezza delle informazioni dei propri utenti, soddisfatti della tutela della propria privacy.