Come segnalato ieri, la dissidenza in Iran continua, e Twitter è uno dei mezzi migliori per continuare a condividere informazioni utili. Purtroppo il governo iraniano sembra non avere tanta voglia di collaborare e sta cercando di strangolare il sito di lifestreaming e il resto di Internet con tutte le sue forze.
Siete dei twitterer e volete dare una mano? Ci sono alcune semplici regole, niente di troppo complicato. Diciamo le cose come stanno: il vostro aiuto non cambierà di più di una microscopica virgola le cose, ma probabilmente renderà infinitesimamente più facile la vita di chi sta in questo momento rischiando la vita a Tehran.
- Non pubblicizzate i proxy IP su Twitter, perchè il social network è sotto controllo, specialmente l’hashtag
#iranelection
. Quando vi appare un qualsiasi IP proxy, viene subito bloccato. Se state creando voi stessi dei proxy, inviateli IN PRIVATO a @stopAhmadi o @iran09, e loro li distribuiranno a chi ne ha bisogno. - Gli unici hashtag usati e da usare sono
#iranelection
e#gr88
. - State attenti ai messaggi che depistano e forniscono false informazioni. Se non avete seguito il discorso finora cercate di capire con molta attenzione quali sono le fonti affidabili, vi renderete conto che è molto facile. Le forze di sicurezza interna iraniana stanno creando finti account di Twitter per confondere i manifestanti, non fatevi fregare contribuento a diffondere le loro cretinate.
- Può sembrare stupido ma potrebbe anche funzionare: cambiate la vostra posizione di Twitter a Tehran e il vostro fuso orario a GMT +3. Siccome i server di Twitter sono, beh, di Twitter, contribuirete ad aggiungere rumore alla conversazione e a rendere più difficile il lavoro per le forze di sicurezza che stanno cercando avidamente di identificare i dissidenti.
- Non fate saltare la copertura di chi è all’interno dell’Iran. Sono davvero in pericolo, evitate assolutamente di diffondere dettagli utili a rintracciarli. Stanno rischiando la vita!
Servirà davvero tutto questo? E’ difficile da dire, davvero difficile. Purtroppo la situazione non è chiara e il rischio è che come sempre tutto venga dimenticato, messo da parte, dal mondo esterno. Chiaramente il destino del paese è in mano solo ai suoi cittadini e noi siamo solo degli spettatori. Però è la prima volta che Internet ricopre un ruolo simile in una rivolta, e forse dovremmo chiederci come sarebbe andata a finire in Cina se nel 1989 ci fossero stati gli stessi mezzi.
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