Per una volta non consiglio un trucco a voi lettori, ma vi racconto di quello operato direttamente dagli sviluppatori di un software per farlo funzionare: il protagonista è Google Chrome, e il problema affrontato si chiama Microsoft.
Che la multinazionale di Redmond sia lenta a sistemare i bug non è una scoperta a nessuno. E’ già qualcosa che ammetta la loro esistenza, talvolta. In questo caso, però, a farne le spese era il suo più grande concorrente, Google. Infatti Chrome non era in grado di accedere ad Hotmail, perchè il servizio di posta elettronica online di Redmond rifiutava l’accesso al suo user agent. Le ragioni non sono maliziose, vale la pena di dire: si tratta del classico bug, che il team di Hotmail aveva promesso di sistemare.
Purtroppo per gli sviluppatori di Chrome, i tempi di riparazione si sono rivelati davvero eccessivi. Come fare? Beh, gli sviluppatori hanno semplicemente approfittato delle architetture simili e hanno fatto in modo che il loro browser finga di essere Safari quando affronta indirizzi *.mail.live.com
. Tutto qui. Il piccolo trucco è stato messo in atto nella nuova versione di Chrome, la 1.0.154.46, annunciata ieri.
La cosa però non si è esaurita lì, anche perchè a Mountain View non sono molto contenti della negligenza e lentezza di Microsoft, e Matt Cutts (un esperto di SEO alle dipendenze di Google) ha commentato (invero un po’ acidamente) che normalmente sono le web app ad aggiornare in fretta, non i software da desktop.
La risposta un po’ piccata di un uomo di Redmond non è tardata ad arrivare, però (su FriendFeed):
“[quella di Cutts] è una frase un po’ sciocca. Pensi che Hotmail sia una semplice pagina web e ti aspetti che un servizio con milioni di utenti e migliaia di server fermi tutto quello che sta facendo e si metta di corsa a sistemare un bug che riguarda un browser che la maggioranza dei suoi clienti nemmeno usa, rilasciando una patch fuori dalla sua tabella di marcia? […]”
La risposta di Cutts è stata molto cortese, ma la qualificherei lo stesso come un “colpito-ed-affondato”: gli ha semplicemente fatto notare che anche Google gestisce servizi web con “molti” utenti e server, e che gli update sono fatti in una settimana o anche meno. Certo che ci vuole davvero un tipo speciale di intelligenza per usare la scusa delle dimensioni del servizio con Mountain View…
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