Ormai noi vecchi internauti ci siamo abituati a non investire troppi sentimenti nei programmi p2p e di musica in generale, dopo la chiusura di Napster secoli fa, le multe fioccate dalla causa Peppermint, l’esilio degli europei dall’isola di Pandora, ora tocca ai 6 milioni di utenti di Allofmp3 cercare altre spiagge.
I privilegiati potevano scaricare canzoni spendendo tra i 10 e i 20 cent di dollari, a differenza 99 richiesti dalla Apple in America.
Il sito russo è stato una spada nel fianco della RIAA e del governo americano per anni perché, a quanto sostenuto dall’industria discografica, operava senza il consenso dei proprietari dei diritti e non pagava le royalties.
Da due anni era stato messo sotto investigazione dal Ministro degli Interni russo e aveva ricevuto l’ultimo sonoro schiaffo in gennaio, quando Visa e MasterCard rifiutarono di effettuare pagamenti verso Allformp3 dopo l’arresto di un ragazzo di 25 anni accusato di essere l’agente inglese per il sito russo, il quale vendeva vouchers su siti di aste online che gli acquirenti potevano usare per scaricare musica dal sito.
Questo caso di chiusura però, oltre ai problemi di illegalità, pare sia stato agevolato da una questione diplomatica che si può tradurre più o meno così “tu chiudi il sito e forse hai la possibilità di entrare nel WTO”.
La Russia infatti cerca di entrare nel World Trade Organisation dal 1993 e sembra che questo sito fosse un bastone tra le ruote, rappresentando una condizione non negoziabile per la sua entrata.
Per questo motivo il ministro russo dello Sviluppo del commercio e dell’economia lo scorso ottobre firmò insieme a Susan Schwab, la Rappresentante del US Trade, un accordo di impegno per la chiusura del sito.
Ma ovviamente c’è già un sito alternativo mp3Sparks.com (della stessa compagnia creatrice di Allofmp3 😉 ) che afferma di essere legalmente registrato con le Società di Licenze Russe, apportando praticamente le stesse argomentazioni di legittimità in supporto dell’altro, cioè che la legge russa garantisce licenze e la collezione di royalties per l’uso di musica senza necessariamente ottenere il permesso dei proprietari, e che il sito paga il 15% dei profitti alle società di licenza per la distribuzione dei copyright.
Il portale era già stato chiuso tempo fa in Italia e in Olanda (dove però fu riaperto sotto minaccia di The Pirate Bay di escludere dal download tutti gli utenti olandesi dai propri torrent! ;)) e in Germania è in atto un’ingiunzione contro il sito.
Ora ci chiediamo: riuscirà la Russia ad entrare nel tanto sospirato e promesso WTO entro la fine dell’anno dopo la chiusura di Allofmp3.com?