Che fine ha fatto il One Laptop per Child? Non so nel resto dell’Africa, ma i bambini Nigeriani lo usano per navigare siti per adulti

olpc nigeriaLa notizia di Kaesar sulla commercializzazione del computer inizialmente destinato solo ai bambini africani mi ha fatto venire in mente una curiosità che leggevo proprio ieri. Forse turberà gli animi più sensibili, o farà sorridere qualcun’altro, o ancora provocherà la consueta indignazione di massa troppo spesso dissociata da un’azione di massa. Io penso sempre che l’iniziativa abbia già poco senso a monte: credo ingenuamente che i bambini africani abbiano bisogno di ben altro che di un PC a manovella.

Sarò poco originale, ma avevo pensato a tutt’altro, chessò: latte, acqua, cibo, medicine, medici, insegnanti. Tutto, ma non macchine. Se proprio si rivela necessario un investimento sulle nuove tecnologie sottoscrivo allora l’esempio Indiano (altamente consigliata la lettura qui). Mi svincolo subito dal discorso etico e vi riporto la notizia scritta da Nidhi Sharma dell’AHN. Secondo la fonte, l’Americana NGO, che ha distribuito con tanta solerzia e spirito di abnegazione i laptops del One Laptop Per Child alle scuole nigeriane, deve esserci rimasta parecchio male quando si è scoperto che le donazioni venivano utilizzate dai bambini per navigare siti per adulti. Diverse indagini nelle scuole nigeriane hanno rivelato uno scenario imbarazzante: i bambini navigano i siti e salvano anche immagini con contenuti per adulti sui propri laptop (ragazzi svegli;). Gli insegnanti sembrano essere consapevoli di quanto accade e secondo le dichiarazioni rilasciate stanno facendo tutto il possibile per arginare il fenomeno. Il coordinatore dell’OLPC in Nigeria da parte sua ha affermato che nei computer saranno al più presto inseriti dei filtri e dei software per sorvegliare le attività dei bambini. Internet d’altronde è uno strumento decisamente nuovo in Nigeria se pensate che in questa nazione fino a pochi anni fa avere l’elettricità o la televisione era considerato un lusso. Questo ovviamente lascia anche i docenti completamente disarmati davanti alle innumerevoli minacce che la Rete può riservare ai pesciolini africani. Certo che non serviva una mente illuminata per pensare all’installazione di un filtro famiglia prima della consegna: speriamo se ne ricordino nell’imminente distribuzione di massa in tutto il continente e preghiamo che non gli sia sfuggito anche l’antivirus 😉

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