I motori di ricerca abbondano, ma inesorabilmente si eclissano all’ombra del gigante di Mountain View. Ciononostante, nella certezza che niente dura in eterno (tranne i politici;), c’è chi ancora cerca di investire nell’impervio mercato dei motori di ricerca. Whozat è uno di questi e cerca di prendere Big G alle spalle specializzandosi nella ricerca di persone.
Il nuovo servizio, alla stregua di Google, presenta un’interfaccia essenziale con quattro linee di comando in cui inserire rispettivamente: first name, middle name, last name, keyword. La ricerca non si basa meramente sui termini, ma anche sul loro significato (motore semantico) e attinge i risultati da molteplici fonti quali altri search engine, ma soprattutto diversi social networks. Il particolare algoritmo di Whozat gli permette sia di cercare persone di cui ricordiamo nome e cognome, sia personaggi come “Presidente degli Stati Uniti” o “CEO di Microsoft” di cui avremmo potuto perdere memoria (per alcuni sarebbe meglio:). I risultati sono sorprendenti. Ovviamente mi sono divertito a cercare anche il mio nome e oltre ai siti che si possono tranquillamente recuperare da Google sono apparsi anche risultati elencati all’interno di colonne dedicate ad alcuni social networks quali: Linkedin, IMDb, Facebook, Myspace, Friendster, Wikipedia, YouTube e Flickr, oltre a directory di pubblicazioni e siti commerciali come Amazon. Insomma difficile sfuggire ad una sorta di caccia all’uomo.
Ecco uno screenshot sulla chiave “Michael Jordan”
Lo so non si vede molto, ma credo renda l’idea 😉
Se poi volete un po’ strapazzare il “potere” semantico del motore provate ad inserire
keyword: what is the name of the wife of
first name: Harrison
last name: Ford
e avrete ottime probabilità di ottenere come risultato Calista Flockhart
accompagnata da foto.
Al momento il servizio è in fase Beta (ma chi non lo è?) e permette l’accesso solo tramite invito/richiesta (che ho fatto circa 3 mesi fa e ricevuto solo ieri..). L’idea è sicuramente interessante, ma molti passi avanti si devono ancora fare sia nell’ottimizzazione dell’interfaccia grafica, sia nella pertinenza dei risultati affidati al motore semantico che, non a caso, puntualmente fornisce degli strumenti di feedback agli utenti per “imparare” (il motore) a discriminare l’utile dal superfluo.
Ora chi vuole giocare a nascondino con me? 😉
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