Caso Megavideo: gli USA hanno chiesto l’estradizione di Kim Dotcom

La notizia riguardo il caso Megavideo che molti si aspettavano da tempo è ora arrivata. Gli USA hanno ufficialmente richiesto l’estradizione di Kim Dotcom alla Nuova Zelanda, l’accusa è quella di “mega conspiracy” (mega cospirazione). Oltre che per il fondatore di Megavideo e Megaupload, gli Stati Uniti hanno richiesto l’estradizione anche per tre suoi collaboratori. Se la richiesta di estradizione dovesse essere approvata, per il re dello streaming e della pirateria digitale si prospetterebbe un processo negli USA, dove la condanna potrebbe arrivare a 50 anni di carcere.

Formulando le pesanti accuse di cospirazioni a fini di racket, cospirazione per il riciclaggio di denaro, violazione di copyright e aiuto e incoraggiamento di violazione di copyright, Anne Toohey (avvocato rappresentante il governo degli Stati Uniti), questo venerdì ha depositato al North Shore District Court di Auckland le carte per la richiesta di estradizione di Kim Ditcom. Per sapere se la richiesta verrà accettata dovremo aspettare il mese di agosto, al momento però, gli USA sembrano intenzionati a usare il caso Megavideo (e Kim Dotcom) come esempio e monito per il settore del file sharing e dello streaming. Per Dotcom e i suoi compagni, Mathias Ortmann, Bran van der Kolk e Finn Batato, la situazione è quindi tutt’altro che rosea.

In attesa dell’udienza in tribunale che avverrà nel mese di agosto, Kim Dotcom resta libero su cauzione presso la propria residenza neozelandese. Dopo la sua uscita dal carcera ha dichiarato “non sono il re dei pirati“, “Megaupload è come YouTube” e “sono sicuro di vincere perchè alla fine so, la mia famiglia sa e tutte le persone intorno a me sanno che non sono un criminale e che non ho fatto niente di sbagliato“. A questo punto solo una cosa è certa: Dotcom verrà processato. Resta da stabilire se gli USA riusciranno ad estradarlo per giudicarlo secondo la propria legge per dare un esempio (o meglio un avvertimento) all’intero mondo del Web.

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