Cannone robotico uccide nove soldati. Un lieve bug?

Cannone antiaereo
Un cannone antiaereo GDF-005 durante il trasporto. Spero si siano assicurati di averlo spento!

I computer sono dappertutto. Siamo abituati a computer che si bloccano e si comportano in modo spaventosamente imprevedibile. Un tempo i racconti di fantascienza e gli inventori nei telefilm dicevano che per una macchina è impossibile sbagliare, ma a dire il vero non prendevano in considerazione due fattori chiave: i computer sono costruiti da esseri umani e ogni anno diventano sempre più complicati.
Prova ne è che oggi l’esercito Sudafricano sta cercando di capire quale problema ha fatto impazzire una postazione antiaerea robotizzata durante un’esercitazione. Il cannone, all’improvviso, ha spietatamente mitragliato i suoi uomini, uccidendone nove e ferendone quattordici.
Il generale di brigata Kwena Mangope sostiene che si sia trattato di un guasto meccanico. Usando le sue parole: “la macchina […] si è inceppata prima che ci fosse qualche tipo di esplosione, e poi ha iniziato ad aprire il fuoco in modo incontrollabile, ferendo ed uccidendo i soldati”.
Non sono il solo a trovare un po’ assurda questa spiegazione. Molti dicono che si sia trattato di un difetto del computer che controlla la postazione antiaerea, e che quindi sarà molto difficile capire cosa sia successo. Se è stato il software ad uccidere quella gente, è evidente che il problema assume proporzioni più gravi rispetto ad un semplice guasto meccanico.
L’Oerlikon GDF-005 non è una macchina recente. Creata negli anni novanta da una collaborazione elvetico-germanica, è dotata di radar attivi e passivi e di telemetri laser, utilizzati per agganciare elicotteri e aerei anticarro a volo radente, nonché sonde automatiche. Può essere programmata per agire in modo completamente automatico, e la sua centralina interpreta da sola i dati dei sensori e ricarica la coppia di cannoni da 35 mm quando sono finiti i colpi. Però c’è un piccolo problema: i costruttori che l’hanno venduta all’esercito Sudafricano quindici anni fa (in pieno embargo militare) hanno sconsigliato vivamente di usarla in modalità computerizzata. Queste le parole di Richard Young, il CEO di una locale azienda di ingegneria militare:

“Non mi sorprenderebbe se fossero state prese delle scorciatoie quando i sistemi sono stati oggetto di miglioramenti. Un sistema del genere non dovrebbe passare automaticamente ad una modalità di fuoco pericolosa [invece di una sicura] quando c’è un guasto, è il sintomo di un design difettoso o di qualche modifica fuori dai parametri”.

Quale che sia, direi che un guasto che fa sparare un cannone antiaereo ad altezza uomo e con un arco di 360° è un bug decisamente macroscopico.

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