Meraviglie del Web 2.0. Questa storia è davvero un flashback. Mi riporta almeno a 8/9 anni fa quando ero studente ERASMUS presso l’Università di Helsinki e dove persi la mia verginità digitale. L’immagine è quella di un ragazzo con barba, baffoni e capelli lunghi modello Jesus Christ Super Star. Insomma “barbone” fino al midollo e non succedeva di rado che carabinieri o polizia in borghese mi fermassero (a piedi) per controlli ed identificazioni. Bei tempi.
Da bravo studente, oltre ad avere un look trasandato, ero anche vergognosamente squattrinato e successe, in un gelido inverno polare di tanti anni fa, che non potetti pagare l’affitto per diversi giorni. Non conoscendo nessuno, ma potendo entrare nelle decine di laboratori di informatica dell’Università 24 ore su 24 con un badge magnetico (sì gli odiosi polaretti erano già avanti), cominciai ad addormentarmi tutte le notti davanti allo schermo di un Windows 95 (poche battute:). Giocoforza facevo anche le prime ricerche con operatori booleani su Altavista (il più potente motore dell’epoca), il mio primo account Hotmail, i primi siti su Geocities (lacrimuccia) e le prime incursioni su IRC. Cosette, ma significative. E fu proprio in quel periodo che scoprii anche un’altra grande differenza tra l’Italia e la Finlandia: lì, al contrario del BelPaese, i guardiani notturni non dormono.. Per farla breve mi spiavano dalle telecamere e, nonostante riuscissi anche a dormire col busto eretto, un giorno, mentre tornavo a casa (ehm nel laboratorio:) verso la mezzanotte, mi ritrovai a strusciare per ore ed ore un badge inesorabilmente disattivato. Fu quel giorno che spirai per la prima volta (il medico legale accertò che la causa fu l’assideramento o il soffocamento per l’ingoio di un oggetto plastificato molto simile ad un badge..).
Tutto questo per dirvi che in Giappone gli homeless di ultima generazione, stanchi di dormire per le strade, hanno scoperto che possono stare al calduccio e con pochi spiccioli senza arrivare fino alla stazione o sotto il ponte. La soluzione sta nell’andare in un Internet Point nipponico (evidentemente aperto 24/24) e “affittare” una postazione in una stanzetta per un centinaio di yen (0,60 Euro) all’ora. Vitto escluso. A saperlo prima.. 😉
I commenti sono chiusi.