Una ragazza di Oceanside, California, ha deciso di vendicarsi del bullismo subito quando andava ancora al liceo: i suoi compagni di classe avevano addirittura creato un gruppo protetto da password su Facebook al puro scopo di prenderlo in giro e fomentare l’odio nei suoi confronti.
La ragazza, che quest’anno si è iscritta all’università, ha deciso di chiudere i conti con il passato, e la parcella potrebbe essere molto salata. Sul banco degli accusati ci saranno i suoi aguzzini, i loro genitori e lo stesso Facebook, reo di aver concesso ai bulli i mezzi per tormentare pubblicamente la ragazza. Se la teenager dovesse risultare vittoriosa, gli imputati dovranno versarle ben 3 milioni di dollari di danni.
In effetti le prove contro i giovani bulli ci sono, e sono state fornite al tribunale: frammenti di discussioni tratti dal suddetto gruppo, che definiscono la povera ragazza partecipe di atti di bestialità e contagiata dall’AIDS. Un portavoce di Facebook ha fatto sapere che la compagnia si difenderà vigorosamente da ogni accusa di favoreggiamento.
Onestamente, sebbene ritenga i ragazzi dei possibili colpevoli (sempre se tali discussioni esistono e sono davvero le loro), non riesco a capire come si possa coinvolgere anche Facebook, nè come si faccia a chiedere 3 milioni di dollari per accuse del genere… Ma il sistema giudiziario americano sembra spesso premiare le piazzate.
Immagine edweek.org
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