Bon Iver: come Internet ha cambiato in meglio la musica

Sebbene continuiamo a raccontare di come le case discografiche, i loro cani da guardia e persino qualche personaggio famoso non esattamente progressista stiano combattendo una guerra (probabilmente già persa) contro un web che non capiscono, andrebbe ricordato più spesso quanto Internet sia diventato importante per i nuovi volti.

Io Justin Vernon non l’avevo ancora sentito nominare prima di decidere di dedicare a lui l’ultimo articolo di quest’anno, ispirato da questo pezzo sul Wall Street Journal. Ma chi è questo ragazzo di 27 anni, la cui voce in falsetto si può sentire nel video qui sopra? Il buon Justin nell’inverno del 2006 aveva appena subito uno di quei colpi che capitano un po’ a tutti nella vita: mollato dalla ragazza, mollato dalla sua band storica, si è rifugiato nel capanno di caccia che i suoi genitori possedevano nel Wisconsin con un PC, una chitarra e una piccola batteria. Da questo momento non proprio gioioso sono nati nove pezzi, successivamente pubblicati su MySpace, e una demo stampata in proprio su 500 CD.
 
Ma è bastato: l’effetto valanga di Internet ha iniziato il suo inarrestabile cammino dai blog dei critici musicali, a loro volta resi popolari attraverso social network e passaparola, in cui Vernon ha ricevuto i primi complimenti e recensioni positive. Da quel momento in poi ha scalato tutto il cursus honorum delle celebrità indie del 21mo secolo: Pitchfork Media, il David Letterman Show, i video su YouTube con centinaia di migliaia di hit, i concerti sempre più grandi. E per finire, ovviamente, il contratto con una casa discografica giovane e dinamica, che ha scritturato lui e la sua nuova band, formata apposta per fargli da supporter: i Bon Iver, il cui nome è “buon inverno” in Francese (scritto male). Il suo album, For Emma, Forever Ago, è stato pubblicato lo scorso febbraio, e ha venduto 87000 copie.
 
Molto lontano dal disco d’oro, siamo d’accordo… Ma questo non è il punto. Il punto è che i Bon Iver stanno vagando per il continente americano in tour da allora, e si riescono a supportare sulle proprie gambe, e tutto perchè esiste Internet.
Voglio proprio finire il 2008 con questa buona nota: ci sarà una crisi mondiale, Internet sarà tutta aria fritta, e sulla rete ci saranno sempre in giro molte più frodi (e mezze frodi) che vere storie di successo. Però una cosa ormai mi è chiara: se create contenuti validi (di qualunque genere) e desiderate inserirvi in una nicchia per sfruttarla (economicamente o meno), allora il World Wide Web vi permetterà di crearvi un vostro seguito o un vostro gruppo di interesse con facilità finora del tutto sconosciuta.

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