Black-out anti SOPA: ecco chi si è unito alla protesta (vincente)

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Ieri è stata una giornata storica per il mondo di internet, per protestare contro l’iniziativa SOPA i principali colossi del web si sono per una volta uniti in un black-out simbolico. Sono stati davvero tanti i siti e i blog che si sono associati alla protesta e che per un giorno hanno “oscurato” le proprie pagine. Uno sciopero simbolico che ha ottenuto l’importantissimo risultato di far rinviare la votazione sul SOPA al mese prossimo e che ha visto la mobilitazione dei grandi colossi del web e anche di siti minori. Vediamo ora chi si è unito alla protesta e soprattutto che cos’è il SOPA.

Il SOPA o Stop Online Piracy Act è una proposta di legge volta a contrastare la pirateria online e a difendere i diritti d’autore. Un provvedimento simile è anche il Protect IP Act (PIPA). Se questi provvedimenti dovessero essere approvati, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e i detentori stessi dei diritti d’autore avrebbero il potere di chiedere la chiusura dei siti che violano il copyright o che semplicemente favoriscono questo tipo di violazione. Se la richiesta dovesse essere accettata, i fornitori di servizi internet (o provider) sarebbero costretti a bloccare i siti “sospetti”.

Linkare contenuti coperti da copyright o ospitare video per lo streaming diventerebbero dei reati puniti con il carcere. Oltre a questi i gestori dei siti dovrebbero controllare preventivamente i contenuti pubblicati dagli iscritti, colpendo molto duramente la libertà di espressione su piattaforme come YouTube, Twitter e Facebook. Per evitare tutto ciò e scongiurare un’ennesima “legge-bavaglio”, diversi siti e servizi del web si sono uniti un un black-out di protesta.

Ieri, 18 gennaio, hanno partecipato alla protesta (con un oscuramento o con dei comunicati ufficiali): Mozilla, WordPress, Reddit, Wikipedia, Microsoft, Facebook, Google, Greenpeace, Flickr, Twitter, eBay, Twitpic, Vimeo e Tumblr. Data la grande mobilitazione, i repubblicani hanno fatto marcia indietro e la decisione riguardo l’approvazione o meno del SOPA è stata rimandata. Oltre ai repubblicani a fare dietrofront indietro è stato anche il sito GoDaddy, inizialmente indicato come un sostenitore del SOPA. Sembra proprio che a sostenere il disegno di legge siano rimaste solo le major e il magnate Rupert Murdoch.

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