Essere “sulla scena” da un po’ ti dà dei vantaggi, come quello di ricordare le origini di un fenomeno. Quando iniziai a scrivere di tecnologia, Digg era giovane e brillante, ed oggi è invero diventato un servizio un po’ stanco. Quando scrissi di Bitl.ly lo feci come per qualsiasi altro startup venuto fuori come un fungo: sembrava una buona idea, ma chissà che fine avrebbe fatto.
Beh, a quanto pare la logica emergente del web sembra premiare le buone idee che hanno fortuna, e Bit.ly ne ha certamente avuta. Da quando Twitter ha lanciato dalla finestra TinyURL e l’ha adottato, questo servizio di accorciamento dei link ha visto il proprio traffico aumentare in modo esponenziale. La caratteristica fondamentale di Bit.ly è che permette di tenere d’occhio i link accorciati, per scoprire quante persone li hanno cliccati, e questa feature ha creato un effetto secondario non da poco. Con milioni di URL postate ogni giorno, questo servizio è in grado di seguire davvero i contenuti più popolari del web, senza doversi affidare a un qualsiasi meccanismo di voto, che come abbiamo visto da Digg al nostrano OKNOtizie è un po’ difficoltoso da creare, “scalare” e mantenere senza scossoni. Alla fin fine, si tratta di quello che fanno Techmeme o gli altri aggregatori, ma il meccanismo è sottilmente diverso, più “popolare”.
Bit.ly è ora in grado di prevedere quali link assurgeranno ai vertici della popolarità molto prima di quanto non faccia Digg, e sono in grado di capire da dove vengono i click. Facebook oppure Twitter, mail, instant messaging, e così via. E quindi l’idea di sfruttare questo potere è decisamente sensata. Per il momento Bit.ly posta automaticamente ogni ora il link più popolare su un account di Twitter. In futuro, sembrerebbe, esisterà un sito apposito, che attendo con parecchia ansia!