L’attentato a Brindisi visto con gli occhi dei social network, i quali ormai riflettono ciò che fa parte dell’attualità. Gli utenti di Facebook, di Twitter e delle altre reti sociali fanno propria un’esperienza di condivisione anche sugli argomenti più scottanti che riguardano l’interesse della collettività. Un fatto tremendo come la bomba a Brindisi che ha determinato la morte della giovane Melissa Bassi non poteva non esprimersi attraverso l’intervento nella dimensione social del web. E vari sono i commenti che si sono susseguiti in queste ore sulle reti sociali proprio su Melissa.
Il profilo su Facebook di Melissa Bassi è stato chiuso. Rimangono visibili solo alcune foto, che esprimono tutta la spensieratezza di una ragazza di 16 anni che ha dovuto lasciare troppo presto questa Terra.
I commenti che si possono leggere sul popolare social network sono tanti: “Ciao piccolo angelo”, “Addio, spero che tu possa trovare un mondo diverso dal nostro”. Dall’America alcuni internauti hanno condiviso una foto con la scritta “killed by mafia”. Il social network diventa una piazza virtuale o un grande muro, sul quale lasciare un ricordo, una testimonianza, un segno per un fatto che ha smosso le coscienze e destato tanto dolore.
Su Instagram si può rintracciare l’immagine di Melissa con su scritto “Adesso Dio è circondato da un altro bellissimo angelo”. Molti i messaggi anche su Twitter, con tweet anche dall’estero in altre lingue. La rabbia manifestata dagli utenti del celebre servizio di microblogging è comunque differente, più razionale e fa appello alla giustizia. C’è chi su Twitter chiede la pena di morte per gli autori dell’attentato, definiti “i vermi che se la sono presa con le bambine”.
Parecchi anche gli hashtag che intendo protestare e fare appello alle istituzioni. Interessante la proposta di Lavinia Biagiotti, che usa Twitter per dire: “Melissa sognava di fare la stilista, il mondo della moda la ricordi con una giornata”.
Anche molte mamme hanno utilizzato i social network per intervenire sulla vicenda e per esprimere il loro dolore. Ecco alcuni dei commenti: “Giù le mani dai nostri figli, mafiosi bastardi e vigliacchi”, “Mio figlio oggi mi ha vista piangere e non ho avuto il coraggio di spiegargli perché”.
Forse è veramente il caso di dire che i social network Facebook e Twitter hanno invaso internet, con la loro capacità di rendere partecipativo anche il dolore per le tragedie che accadono in ogni parte del nostro pianeta, facendoci sentire uniti, come una grande comunità globale.