Sono sicura che non vi farebbe piacere se qualche motore di ricerca pubblicasse tutte le parole più cercate di un determinato numero di utenti, e voi foste inclusi nella lista.
Tanto meno se voi foste l’utente che cercava “come uccidere tua moglie”, “immagini di gente morta”, “foto di decapitati”…“bistecca e formaggio” (sai dopo tutta quella carne ti viene una certa fame..). Giuro che l’ho vista questa lista e non vorrei conoscere il soggetto in questione!
La genialata di pubblicare su internet 20 milioni di chiavi di ricerca suddivise per utenti (contrassegnati da un numero), l’ebbe AOL un anno fa, e il New York Times dimostrò al mondo intero che anche con poche parole si può risalire all’identità di una persona. La cavia fu una signora di 62 anni della Georgia.
Per evitare inconvenienti simili, il motore di ricerca Ask ha annunciato il lancio, verso la fine dell’anno, di uno strumento che permette agli utenti di eseguire le proprie ricerche senza lasciare tracce.
AskEraser, questo il suo nome, darà la possibilità di modificare le impostazioni sulla privacy in modo che, quando la funzione è attivata, i dati non vengano salvati come di solito fanno i motori di ricerca.
Quando invece si decide di disattivarla il sito memorizzerà la history delle chiavi di ricerca, l’IP, e i cookies come è sempre stato.
Dopo questa stoccata, stanno tutti correndo ai ripari per aumentare la riservatezza delle ricerche, così Google ha annunciato poco tempo fa di ridurre la vita dei cookies salvati a soli 18 mesi, prima li voleva salvare fino al 2038 “per preservare le preferenze” (chiaro, tutti noi cercheremo le stesse cose tra 30 anni..!).
Chi ci proteggerà meglio?…beh tanto io non ho niente da nascondere, forse. 😉
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