Continua la vicenda che sta vedendo contrapposti, da ormai diversi mesi, Apple e Adobe, incentrata sulla mancata adozione di Flash Player da parte della prima, sulle piattaforme iPhone e iPad. Apple ha sempre sostenuto che, per via delle scarse performance e dei bug presenti in Flash, non poteva essere efficacemente utilizzato sulle proprie piattaforme mobili, anche per via dei molti difetti del plug-in realizzato da Adobe, sicuramente una delle principali cause di crash sotto Mac OS X.
Flash è inoltre, a differenza dell’HTML5 verso cui Apple sta puntando con decisione, una piattaforma chiusa e la questione si è ulteriormente inasprita di recente, quando Apple, presentando in anteprima il kit di sviluppo per iPhone OS 4.0, ha apportato modifiche alla licenza, impedendo la realizzazione di applicazioni per iPhone e iPad non realizzate coi tool di sviluppo rilasciati da Apple stessa, tagliando di fatto le gambe a prodotti di terze parti, tra cui, in particolare, la versione CS5 di Adobe Flash.
Apple ha ribadito più volte come il ricorrere a tool di sviluppo esterni abbia sempre portato, anche sui propri computer, a performance e livelli qualitativi non all’altezza di Apple, ma ora sembra che le cose potrebbero non mettersi troppo bene per quest’ultima. Secondo il New York Post, infatti, il Department of Justice e la Federal Trade Commission starebbero pianificando una indagine preliminare relativa propria alla clausola che proibisce l’uso di tool di sviluppo esterni.
Una cosa è certa: Adobe Flash non è di sicuro una tecnologia performante, e forse è parzialmente vero che non è del tutto adatta a piattaforme relativamente poco potenti come iPhone e iPad, a differenza del più aperto e leggero HTML5, ma quest’ultima mossa di Apple ricorda molto certi sgambetti della Microsoft del passato.