Anonymous, un fenomeno di identità condivisa su internet

anonymous identita condivisa internetIl fenomeno di Anonymous si riferisce ad un insieme di azioni effettuate da un gruppo di attivisti sulla base di un’identità condivisa su Internet. Il termine Anonymous si può riferire a diversi aspetti di questo fenomeno e indica il nome di diverse comunità in rete che operano con azioni di protesta in differenti casi, contro atti che considerano ingiusti nei confronti della libertà della rete. Inoltre lo stesso termine può essere riferito alla firma che viene adottata da parte di un’unione di attivisti che fanno parte di gruppi legati ad attività in rete.

Già dal 2008 le attività di Anonymous sono diventate sempre più frequenti e hanno coinvolto molti siti internet popolari. Con molta probabilità all’origine di questo termine c’è una sorta di identità collettiva che si riferisce all’abitudine di inserire commenti e contenuti multimediali su internet in modo del tutto anonimo.

Gli utenti che si identificano sotto il gruppo di Anonymous parlano di se stessi come di un insieme di persone legate da un unico ideale, dal momento che tutti viaggiano verso la stessa direzione, anche mettendo in atto con azioni diverse. Nel corso del tempo in effetti molte sono state le azioni effettuate in rete da parte di questi hacker attivisti.

Abbiamo assistito nel corso degli anni ad operazioni anche di rilevanza internazionale che hanno coinvolto community e portali molto frequentati su internet. In molti casi le azioni di Anonymous sono avvenute in modo strettamente legato a situazioni politiche. Basta pensare al caso scoppiato alla fine del 2010, quando sono stati lanciati dagli attacchi DDoS contro diversi siti internet, a causa delle pressioni dei governi contro i documenti diffusi da Wikileaks.

Una delle ultime operazioni effettuate da Anonymous riguarda le proteste in seguito alla chiusura dei siti Megaupload e Megavideo, avvenuta proprio nella giornata di ieri da parte dell’FBI. Gli attivisti di Anonymous si sono scagliati contro il sito web del dipartimento di giustizia degli Stati Uniti, quello dell’FBI e quelli di diverse case discografiche.

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