Come abbiamo visto ieri, non c’è alcuna libertà nel mondo privato. Se possiedi una piattaforma, puoi decidere tu le linee guida, a quanto pare, ma mi chiedo quanto ancora utenti e sviluppatori continueranno a sopportare gli sgarri ben pubblicizzati che Apple compie contro di loro sull’App Store dell’iPhone.
Che Apple continui ad accettare, bandire, rifiutare le applicazioni secondo un metro di giudizio imprevedibile e completamente personale, è cosa nota. Gli ultimi due esempi sono particolarmente ridicoli, poi:
Drivetrain avrebbe dovuto essere un modulo di controllo remoto per Transmission, un noto client BitTorrent per Mac. Grazie ad esso sarebbe stato possibile controllare lo stato di download dei propri torrent, fermarli, metterli in pausa o cancellarli. Apple ha deciso di rifiutare questa applicazione perchè “un programma di torrent può essere usato per scaricare file illegali”. Il ragionamento di per se è ovviamente stupido, ma è ancora più paradossale se pensiamo che lo stesso sviluppatore di Drivetrain ha pubblicato tempo fa sull’App Store un client RSS chiamato Trackr che tra le sue feature ha (seppure in una versione più generica e limitata) esattamente un meccanismo di controllo remoto dei torrent.
Me So Holy: era invece un’applicazione piuttosto scema, che permetteva di appiccicare la propria foto su uno sfondo che avrebbe fatto apparire il soggetto nelle fattezze di Gesù o di altre figure religiose specifiche o generiche di vari culti. Ce ne sono tante come questa, eppure Me So Holy è stata rifiutata perchè giudicata “offensiva” da Apple. E questo è il parere di coloro che hanno approvato questo schifo o le altre mille app scatologiche?
Insomma, si può certamente dire che l’App Store è proprietà di Cupertino, e che ci possono fare quello che vogliono. Ma sembra poco saggio a livello di relazioni pubbliche dare l’impressione di emettere sentenze a caso senza alcuna linea guida, facendo sprecare così tempo e denaro agli sviluppatori.
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