Secondo quanto stabilito dal Decreto Romani, sarà l’Autorità Garante delle Comunicazioni a rimuovere i contenuti dalla rete senza passare per l’autorità giudiziaria. Se tale normativa dovesse essere approvata, l’AgCom vedrebbe ridotta la possibilità di intervento per il mercato televisivo ma contemporaneamente avrebbe il potere di censore su Internet affidatogli dagli articoli 3 e 4 che attribusce il potere di sospendere la ricezione servizi media audiovisivi provenienti dall’estero, senza alcuna precisazione di che cosa si intenda con tale definizione.
Una sola autorità avrebbe quindi il potere di imporre, a propria discrezione, il blocco sia a YouTube che a qualunque servizio di trasmissione video tramite Web intimando al provider di intervenire operativamente pena una multa fino a 150.000 euro.
Le preoccupazioni alla lettura del testo sono relative al fatto che la nomina dei componenti dell’autorità è fatta dal Parlamento e dal Presidente del Consiglio che, dopo quello accaduto con la piattaforma di condivisione video di Google, avrebbe un conflitto d’interessi.
Secondo molti esperti del settore, quando l’AgCom avrà effettivamente il potere di rimuovere contenuto accusato di violazione di copyright solo perché sgraditi a qualcuno, allora non sarà più necessario preoccuparsi per la libertà della rete.
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