ADSL poco cara per chi non utilizza p2p

NGIIl traffico generato dalle reti p2p è di certo quello che più pesa (in termini di occupazione della banda) sull’erogazione del servizio ADSL offerto dai diversi Internet provider.
Il padrone indiscusso della rete sembra essere lui.
Secondo alcune statistiche pare che Internet sia per il 90% solo ed esclusivamente p2p.

Inutile dire che tra i software più utilizzati per il file sharing quotidiano, spiccano in primis BitTorrent, seguito da eMule che in Italia risulta il più utilizzato.
Ci sono però brutte notizie per gli amanti della condivisione dei file sul web, visto che sta iniziando a delinearsi uno scenario non proprio positivo per loro.
In pratica l’idea di fondo è quella di rilasciare banda agli utenti in base ai software che essi utilizzano, in modo da migliorare le prestazioni e i costi.
Sostanzialmente si sta cercando di creare un mercato ADSL in grado di offrire banda variabile in base alla richiesta.
NGI, famoso provider italiano, è uscito allo scoperto e ha lanciato un nuovo piano che prevede una nuova offerta ADSL battezzata F5 Mini che sarà disponibile a partire dal prossimo 17 Settembre.
L’offerta prevede un ADSL con 2 Mbps in download e 256 Kbps in upload con una banda garantita a 128 Kbps, il tutto a 19,50 euro al mese (Iva inclusa).
La novità però sta nel fatto che è previsto un limite automatico sulla banda destinata al p2p: l’utente infatti non potrà superare i 128 Kbps in download e i 256 Kbps in upload.
Un filtro infatti, permetterà di dare vantaggio a chi non utilizza Internet solo ed esclusivamente per Emule o BitTorrent, ma anche per altro.
Ovviamente l’offerta iniziale, di primo impatto, non sembrerebbe poi così vantaggiosa, un’ADSL flat da 2 Mbps ma con filtri robusti sul p2p ad un prezzo del genere non è il massimo, basti pensare che per gli stessi soldi (anzi precisamente per 45 centesimi al mese in più) si potrebbe avere la 2 Mega di Alice che in autunno dovrebbe passare a 5 Mega.
Di contro però ci sarebbe da considerare la qualità e l’assistenza tecnica del servizio NGI che sembrerebbero impeccabili.
Una cosa simile era stata anche sperimentata da un altra società che aveva previsto un costo inferiore (ben 15 euro al mese) ma che da qualche giorno è in liquidazione, quindi è facile capire come il successo in tale ambito non è facilmente raggiungibile.
La scommessa di NGI va sottolineata, di coraggio ne avranno da vendere, non c’è dubbio.
Una domanda che mi sorge spontanea è: “ma siamo davvero sicuri che gli italiani faranno a meno del loro amato p2p per risparmiare solo 45 centesimi?
Vedremo…

Impostazioni privacy