Recentemente Steve Jobs ha espresso senza utilizzare mezzi termini la propria avversità nell’utilizzare l’ormai vecchia tecnologia Adobe Flash. Nel farlo ha accusato la Adobe System di aver realizzato un prodotto che rende instabile il proprio Mac Os X e per tale ragione ha deciso non solo di abbandonare l’utilizzo della tecnologia in favore dell’HTML 5, ma di non consentirne l’utilizzo ai propri utenti su iPhone ed iPad. La risposta della Adobe alle suddette dichiarazioni non si è fatta certo attendere ed è puntualmente arrivata in pompa magna.
La società del Photoshop ha infatti acquistato un’intera pagina del New York Times per avviare la campagna pubblicitaria provocatoria We love Apple. Attraverso la pagina Adobe si dichiara contraria a chiunque voglia limitare la libertà dei propri utenti accusando dei malfunzionamenti del proprio sistema operativo una tecnologia perfettamente funzionante su Windows, Linux ed altri operating system.
Secondo Shantanu Narayen, ovvero il Chief Executive Officer di Adobe, queste critiche nascono da una paura verso la società di San José che propone soluzioni multipiattaforma capaci di non vincolare alcun utente ad un determinato sistema operativo o più in generale ad uno specifico dispositivo, libertà che preoccupano una società chiusa come la Apple.
Le due società sembrano sempre più lontane da un accordo tanto sa spingere Mike Chambers, manager di prodotto di Adobe System, ad interrompere già dalle versione successive alla CS5 la possibilità per la compilazione di codice nativo per iPhone.