16 anni fa l’URSS cessava di esistere, ma su Internet il suo dominio vive ancora!

Casa Bianca Mosca
La Casa Bianca a Mosca, sede del governo nonchè protagonista del golpe del 1991

Comodi, comodi: nessuna ipotesi di complotto, né Scaramella Bond o Spy Games. Qui si parla di suffissi.
Era il 1991 e molti di voi ricorderanno le immagini del golpe russo che cambiò la storia dell’URSS e del mondo intero. Protagonisti all’epoca furono i servizi segreti (KGB), Gorbačëv e Eltsin, che in pochi mesi videro l’URSS tramutarsi in quella che è l’attuale Russia.

La curiosità e i dibattiti accesisi in questi giorni hanno origine proprio da quel passato, dai primi anni novanta, in quanto sembra che qualcuno si sia accorto che per la Russia attualmente esistono due tipi di dominio: “.ru” associato all’attuale Russia e “.su” legato all’Unione Sovietica. Fu decisamente un caso, infatti, che l’ICANN, l’organizzazione internazionale che regola i nomi a dominio, affibbiasse il suffisso .su al colosso sovietico proprio mentre si sgretolava per sparire di lì a pochi mesi. Come è avvenuto per il .cs della Cecoslovacchia dopo la sua scissione in Repubblica Ceca e Slovacchia, il dominio avrebbe dovuto cessare di esistere, ma evidentemente così non è stato. Anzi è decisamente proliferato e nel tempo i siti provenienti dall’ormai inesistente URSS sono cresciuti fino alle considerevoli 10.000 unità di cui ben 1500 registrate nel corso dell’ultimo anno evidenziando così un trend in decisa crescita. Ora l’ICANN vorrebbe porre rimedio al paradosso eliminando definitivamente il .su. La decisione però ha visto subito nascere le polemiche dei 10.000 nostalgici che proprio non ci stanno. In realtà più che di malinconici si tratta molto più probabilmente di uomini d’affari. Ai più attenti, infatti, non sarà sfuggito che con il suffisso su si possano creare diverse combinazioni lucrosamente interessanti come: dai.su, tirati.su, pensaci.su, giue.su, piulomandigiuepiutitira.su (dei quali ignoro assolutamente l’esistenza;).

“Vogliamo provare a salvarlo”

dichiara in una conferenza stampa Alerei Platanov, direttore dell’Istituto russo di reti pubbliche.

“Prima di tutto c’è la comunità ed in secondo luogo c’è anche la storia del nome del dominio… è originale e offre nomi di siti web che altri domini non hanno più”

conclude Platonov

Su.su state tranquilli vedrete che l’URSS almeno da Internet non sparirà 😉

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