
Ci sono tantissime aziende che hanno deciso di guadagnarci dalla caccia ai pirati, mettendosi al soldo delle major discografiche e cinematografiche, usando anche metodi sporchi per mandare i navigatori “birichini” davanti ad un giudice. Certe volte esagerano, e nessuno ha esagerato più di MediaDefender, che ha cercato di creare un clone-trappola di YouTube con lo scopo di fregare gli utenti, carpirne gli IP e denunciarli. La furia e l’indignazione dei navigatori è stata facilmente prevedibile, e non priva di ripercussioni. Qualcuno, infatti, è riuscito a rubare più di 700 MB di corrispondenza interna di MediaDefender e li ha diffusi sui network BitTorrent, causando all’azienda un danno da cui sarà veramente difficile risollevarsi.
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