
L’arresto di Julian Assange ha provocato forti reazioni da tutto il mondo hacker che ha deciso di avviare una serie di operazioni per punire tutte quelle società che hanno rifiutato qualsiasi tipo di contributo a Wikileaks. In particolare sono stati portati a termine attacchi di tipo Denial of Service, tecnica che consiste nell’inondare il server di innumerevoli richiesta causandone il blocco temporaneo del servizio. Sembrerebbe però che all’operazione abbiano preso parte anche utenti del World Wide Web non ancora esperti nell’arte di restare anonimi.
Un giovane sedicenne olandese è infatti stato arrestato con l’accusa di essere uno degli autori al recente attacco ai siti di Visa e Mastercard. Come dimostrato da uno studio condotto dall’Università di Twente, chiunque decida di intraprendere queste attività deve principalmente pensare a come proteggersi prima ancora di attaccare.
Il Low Ion Orbit Cannon, diffuso strumento per sferrare attacchi DoS, non fornisce adeguate funzionalità per rimanere anonimi. Per questo i più esperti si rivolgono a TOR, un proxy server open source che consente di camuffare il proprio indirizzo IP pubblico. Improvvisarsi un pirata informatico non è quindi molto conveniente.
Molti utenti inoltre non sanno che gli Internet Service Provider, per legge, sono obbligati a mantenere i dati di tutte le connessioni per un periodo minimo di sei mesi.
Pertanto c’è sempre tempo per rintracciare qualche hacker.
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