
La società di Mountain View da molti anni gode di uno strepitoso successo grazie ai suoi impeccabili servizi offerti all’utenza Internet. Tuttavia in quest’ultimo periodo l’azienda leader nel settore dei motori di ricerca è costantemente attaccata su più fronti. Qualche mese fa, in Cina, numerosi account GMail furono violati da un misterioso assalto da parte di alcuni hacker, poi la recentissima condanna dei 3 dirigenti a causa di un video di pessimo gusto caricato su YouTube, ed infine la class action contro il nuovo social network proposto da Google.
Google Buzz infatti sembrerebbe la causa scatenante delle forti contestazioni che hanno colpito la società fondata da Larry Page e Sergey Brin. La nuova piattaforma per la gestione delle proprie reti sociali, nata con lo scopo principale di fronteggiare la repentina diffusione di Facebook, non ha suscitato affatto le reazioni preventivate, costringendo l’azienda a prendere le dovute precauzioni.
Al fine di lanciare il servizio nel più breve tempo possibile, Google ha automaticamente iscritto al servizio tutti gli utenti del suo servizio di posta elettronica, i quali hanno assistito inermi alla pubblicazione di importanti informazioni che sarebbero dovute rimanere private. Anche il Financial Time ha attaccato il colosso dell’Information Technology, titolando un suo articolo come Antisocial Network.
Secondo alcuni esperti l’azienda rischia di essere travolta dal proprio successo, mentre per altri si tratterebbe invece di banali incidenti di percorso. Tuttavia, come più volte emerso da ricerche, sondaggi e quant’altro, la questione della privacy è molto sentita dall’utenza Internet che addirittura la ritiene ben più importante della propria sicurezza informatica.
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