
Pochi giorni fa Google è stato attaccato ancora una volta da Rupert Murdoch, che ha preso la decisione di togliere al motore di ricerca la possibilità di indicizzare le notizie che fanno capo alla News Corp.
Il tutto dovrebbe avvenire quando i contenuti dei giornali di Murdoch diventeranno accessibili solo a pagamento, un’iniziativa che è già in fase di lavorazione. La risposta del gigante di Mountain View non si è fatta attendere. Google ha risposto che Murdoch può andarsene quando vuole. Una reazione che ben si accorda con le dichiarazioni di Murdoch, il quale questa volta non si è limitato nelle sue affermazioni.
Murdoch ha infatti sottolineato che il business dei siti web poggia su basi deboli e che i visitatori che arrivano in uno spazio web attraverso il motore di ricerca non fanno altro che generare traffico, senza tuttavia diventare visitatori abituali. Accuse che fanno tremare Google, che tuttavia non teme Murdoch e le sue idee in merito all’editoria in rapporto ad internet.
Continua in sostanza una contesa ormai inestinguibile fra chi come Murdoch vede nella rete e nell’informazione sul web una minaccia, non solo alla carta stampata, ma ultimamente rivolta anche nei confronti della televisione.
Il dibattito è aspro e, se da un lato c’è chi afferma che quello di Murdoch sia solo un finto atteggiamento idealistico, dall’altro rimane aperta la questione di internet che sta fagocitando gli altri mezzi di comunicazione.
Internet visto da questo punto di vista come una risorsa da sfruttare anche in campo editoriale o come un pericolo da esorcizzare e contro il quale lottare. Forse la soluzione sta in un responsabile equilibrio.
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Fonte | www.corriere.it